L’importanza della pratica sportiva per i bambini dopo l’emergenza per il Coronavirus.
È ormai chiaro a tutti che l’emergenza Covid19 che stiamo vivendo è una crisi sanitaria che ha, ed avrà, un impatto economico enorme a tutti i livelli, su cui c’è forte preoccupazione ed attenzione da parte del Governo, dei cittadini e di tutte le organizzazioni.
Tra gli effetti nel breve e nel medio periodo non va trascurato l’impatto psicologico e sociale dell’emergenza rispetto ai bambini e agli adolescenti, soprattutto per coloro che vivono in contesti e situazioni di fragilità e in condizioni di svantaggio economico, educativo e socio-relazionale.
Poco indagati, ancora, sono gli aspetti relativi al benessere psicologico di bambini e ragazzi che sono rimasti confinati all’interno del contesto familiare, con un conseguente significativo peggioramento dei loro stili di vita (lunga esposizione ai dispositivi informatici).
Alla mancanza della scuola si è sommata la sospensione delle attività sportive, delle attività culturali, sociali legate al loro benessere che avrà effetti importanti sul loro equilibrio psico-fisico. Tale mancanza è tanto più avvertita per i minorenni con grave disabilità intellettiva, disturbi dello spettro autistico o problematiche psichiatriche e comportamentali.
Bambini e adolescenti che non hanno avuto il supporto della scuola, dei servizi della prima infanzia, delle reti educative, degli operatori socio-sanitari, della comunità educante per diversi mesi. Sono stati i minori che vivono in famiglie fragili, povere di reti sociali, che non hanno le condizioni per condurre una vita accettabile, quelli che ne hanno risentito di più. In tale contesto di fragilità, la situazione di emergenza non può che aver aumentato la loro vulnerabilità.
Effetti della mancanza di sport durante il lockdown
In particolare, il lockdown ha limitato l’esercizio fisico che, inteso come gioco di movimento, ha un ruolo prioritario per la salute, in età evolutiva e contribuisce a migliorare le condizioni di salute fisica e a promuovere il benessere psicologico, funzionali al raggiungimento di una crescita sana.
Il gioco, il movimento e lo sport sono un prerequisito fondamentale per la costruzione di adeguati schemi motori e corporei e per la formazione delle competenze cognitive, emotive e affettive. La carenza di movimento che i bambini hanno subito durante il lockdown rappresenta un disagio irrimediabile per le tappe dello sviluppo che può concorrere a creare dei danni irreparabili.
A causa del lockdown, dovuto all’emergenza coronavirus, il 65% dei bambini sotto i 6 anni e il 71% di quelli sopra ha avuto problematiche comportamentali di varia natura e sintomi di regressione. È quanto emerge da un’indagine condotta dall’ospedale pediatrico Gaslini di Genova durante l’isolamento in casa, tra il 24 marzo e il 3 aprile, a tre settimane dall’inizio della quarantena.
L’indagine conferma che essere stati tenuti così forzatamente in casa, senza amici, scuola, senza nonni e zii e senza quella serie di abitudini che sono un elemento di sicurezza, su molti di loro ha prodotto conseguenze.
I dati della ricerca, dunque, non sorprendono e, confermando l’ampiezza di questo fenomeno, avvertito da tutte le famiglie italiane in cui sono presenti ragazzi minori, rappresentano un ulteriore stimolo a recuperare al più presto la possibilità di un’interazione diretta tra i giovani e di un rapporto tra pari.
Per recuperare rapidamente la situazione, la prima cosa è riflettere attentamente su come poter affrontare l’emergenza dopo l’estate e definire una routine quotidiana per i bambini e i ragazzi, che includa nel rientro alla normalità oltre alle attività scolastiche anche attività ludiche e fisiche in sicurezza.
L’importanza dell’attività fisica
L’attività fisica regolare apporta innumerevoli benefici alla mente oltre che al corpo riducendo lo stress, l’ansia, la depressione e la sensazione di solitudine, migliorando il rendimento scolastico e aiutando a controllare vari rischi comportamentali (come l’uso di tabacco, droghe o di altre sostanze, le abitudini alimentari scorrette, il ricorso alla violenza).
È sempre più riconosciuto a livello scientifico che l’attività fisica sia determinante per il funzionamento cognitivo e neurale dei bambini oltre ad avere diversi benefici fisiologici e psicologici. I risultati di diverse ricerche mostrano come alti livelli di attività fisica migliorino il funzionamento cognitivo e i risultati accademici nei bambini in età scolare (Carson et al., 2016).
In uno studio del 2014 dell’Università del Nord del Texas, i ricercatori hanno scoperto che l’attività aerobica tra i bambini ha portato a punteggi più alti nei test di lettura e matematica. Gli scienziati dell’Università dell’Illinois, utilizzando i dati della risonanza magnetica per misurare le dimensioni del cervello, hanno scoperto che i bambini di nove e dieci anni fisicamente attivi avevano un ippocampo più grande dei loro coetanei sedentari e hanno ottenuto punteggi più alti nei test di memoria.
Una meta analisi del 2016 di Jackson e colleghi, ad esempio, ha mostrato che un programma strutturato di allenamento rivolto a bambini tra i 7 e i 12 si associ ad un miglioramento significativo della capacità di inibizione; si tratta di un insieme di capacità che ci permettono di regolare il nostro comportamento in modo da fornire una risposta adeguata alla situazione in cui ci troviamo, è un’importante funzione cognitiva alla base di diversi processi mentali complessi come l’intelligenza, l’interazione sociale e l’abilità di risolvere problemi complessi.
In uno studio in corso, Il professore di psicologia della Northeastern University Charles Hillman ha trovato prove che i bambini che corrono e giocano per 70 minuti al giorno mostrano abilità cognitive migliori di quelli che non lo fanno: anche un singolo momento di moderato esercizio fisico migliora la funzione cerebrale.
Attraverso lo sport, il divertimento e il gioco i bambini e gli adolescenti imparano alcuni dei valori più importanti della vita quali amicizia, solidarietà, lealtà, lavoro di squadra, autodisciplina, autostima, fiducia in sé e negli altri, rispetto degli altri, modestia, comunicazione, leadership, capacità di affrontare i problemi, ma anche interdipendenza.
Il ruolo dello sport
Oltre ad avere un ruolo fondamentale nel trasformare i bambini in adulti responsabili, favorendo il rispetto delle regole e l’impegno, lo sport riunisce i giovani, li aiuta ad affrontare le sfide quotidiane e a superare le differenze culturali, linguistiche, religiose, sociali, ideologiche: lo sport è un linguaggio universale in grado di colmare i divari e di promuovere i valori fondamentali indispensabili per una pace duratura.
A livello celebrare ed emotivo, lo sport può rappresentare una prima palestra della vita, che permette ai piccoli di imparare e comprendere il funzionamento del proprio corpo, le sue reazioni, i suoi limiti, le sue potenzialità, acquisendo una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé, spingendoli, nel corso del loro percorso di crescita, a coltivare il desiderio di mettersi alla prova e di testare le nuove capacità acquisite.
Allo stesso tempo, lo sport è per i bambini una prima occasione di confronto con gli altri e di socialità, che permette di conoscere persone nuove, sia bambini, ossia i loro compagni di squadra o i loro avversari, sia adulti, come istruttori, allenatori e altri genitori.
Questo incontro con l’altro, in un ambiente sicuro e protetto come quello sportivo, contribuisce ad arricchire il loro bagaglio emotivo ed emozionale, mettendoli per la prima volta a confronto con un ambiente diverso da quello domestico a cui sono abituati, e spingendoli a conoscere gli altri e a sperimentare l’approccio con altre persone diverse dai propri familiari.
Sport e abitudini sane di vita
Oltre ai benefici legati al corpo e alla crescita e oltre a favorire le abilità sociali, praticare uno sport può stabilire abitudini di vita sane a lungo termine.
I dati dell’Istat rivelano che l’Italia è uno dei paesi più sedentari d’Europa e il dato non riguarda solo gli adulti, ma si riferisce anche ai bambini. Nel 2017, i bambini nella fascia d’età tra i 6 e i 10 anni che non praticavano sport e attività fisica erano il 18,8%, se prendiamo in considerazione la fascia d’età che va dai 3 ai 5 anni, i dati sono ancora più preoccupanti: il 48,8% non pratica né sport né attività fisica. La conseguenza di questo stile di vita sedentario è che, in Italia, un bambino su 3 è in sovrappeso.
Rispetto a comportamenti che favoriscono la sedentarietà ben il 44% dei bambini ha la Tv nella propria camera da letto, il 41% trascorre più di 2 ore al giorno davanti a Tv/videogiochi/tablet/ cellulari, solo 1 su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta: possiamo bene immaginare quale sia stato l’impatto del lockdown e dell’interruzione della scuola e della pratica dello sport.
Lo sport è quindi un elemento importantissimo per il sano sviluppo dei bambini, tanto da esser stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale.
Sport e ripartenza dopo il Coronavirus
Non c’è più alcun dubbio che l’attività fisica sia estremamente importante per i bambini.
Mentre il Paese si interroga e lavora sulle modalità della ripartenza economica e produttiva, è urgente mettere al centro gli spazi e le opportunità da assicurare ai bambini e agli adolescenti, sia per quanto riguarda le attività scolastiche che extrascolastiche, perché la salute dei minori, sia dal punto di vista fisico che psicologico, sia pienamente protetta e perché venga loro garantito, nel pieno rispetto della loro sicurezza, il diritto al gioco, allo sport e alla socialità.
È impensabile e rischia di essere anche pericoloso per la salute mentale e per lo sviluppo caratteriale dei bambini ritornare al lockdown dopo l’estate. A meno che ci sia una ripresa clamorosa dell’epidemia, che oggi non possiamo ne vogliamo immaginare: è importantissimo far tornare i bambini a socializzare e a praticare attività sportive, naturalmente e assolutamente con le opportune cautele.
È importante che i bambini riprendano la loro vita: così come non potevamo andare oltre con il freno per le attività economiche, non possiamo continuare a compromettere la crescita dei bambini, né dobbiamo dimenticarci di chi già prima dell’emergenza non aveva le stesse opportunità di crescita e formazione.
Dott.ssa Alessia Savi
Psicologa – Psicoterapeuta Strategico integrata
Perfezionata in Psicologia Giuridica
Terapeuta EMDR II livello